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Nel mondo dell’informatica quantistica, il qubit è l’equivalente quantistico del classico bit. Ma mentre un bit classico può essere solo 0 o 1, un qubit può essere 0, 1 o una sovrapposizione di entrambi — grazie alle “stranezze” della meccanica quantistica.
Questo significa che un qubit può "esistere" in più stati contemporaneamente, fino a quando non viene misurato. È proprio questa caratteristica a dare ai computer quantistici il loro enorme potenziale: possono esplorare moltissime soluzioni in parallelo (vedi, ad esempio, l'algoritmo di ricerca di Grover).

Quantum System One, un computer quantistico di IBM del 2019, con 20 qubits superconduttori (©IMB Q system Fraunhofer)
In più, i qubit, anche se separati da grandi distanze, possono essere legati tra loro in modo tale che lo stato di uno dipenda istantaneamente dallo stato dell’altro grazie all’entanglement . Un bit classico, quindi, può essere 0 oppure 1, mentre il qubit può essere 0 e 1 (fino alla misura), e questo porterà a nuove frontiere nel calcolo, nella crittografia e nella simulazione di sistemi fisici complessi.
In conclusione, il qubit è il mattoncino fondamentale di una rivoluzione che promette di cambiare il futuro del digitale.
Autore: Roberta Citro
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