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“Io considero l’entanglement non uno ma il tratto più caratteristico della meccanica quantistica, quello che impone il suo completo distacco dalle linee di pensiero classiche”, scrisse in un suo articolo Erwin Schrödinger nel 1935, fresco vincitore del Nobel per la Fisica “per aver scoperto nuove e fruttuose forme della teoria atomica”. Ma cosa possiamo noi, oggi, dire di questo fenomeno? Che cos’è l’entanglement?

Cerchiamo di dirlo in parole semplici: è un sorprendente legame che, una volta creato, mette istantaneamente in relazione due o più particelle anche se distanti milioni di anni luce. Ma non basta. Proviamo a tradurre in italiano questo termine. Secondo il dizionario Hazon, entanglement significa: groviglio, garbuglio, impiccio, ingarbugliamento, confusione. Evidentemente la traduzione non ci aiuta! Allora, usiamo il termine inglese anche se di difficile pronuncia.
Riassumiamo ora le tre proprietà più importanti di questo fenomeno che lo differenziano dai ben noti fenomeni fisici classici.
La prima. Immaginiamo due elettroni “collegati” tramite entanglement, diciamo “entanglati” con un neologismo: accade che se ne tocchi uno, l'altro reagisce istantaneamente, anche se si trova dall'altra parte dell'universo! Per l’entanglement, la distanza non conta.
La seconda. L’entanglement è estremamente selettivo. L'effetto di una variazione su una particella si risente soltanto sulle particelle entanglate alla prima. Altre particelle, sebbene vicine, resteranno completamente indifferenti.
La terza. Per due particelle entanglate, la modifica subita da una particella determina la modifica immediata dell’altra, senza alcun “messaggero” che trasporti l’effetto da una parte all’altra con una data velocità. Questo fenomeno è stato dimostrato da numerosi esperimenti, i primi dei quali sono stati premiati con il Nobel per la Fisica nel 2022.
Insomma, l'entanglement quantistico ci costringe a ripensare quello che sappiamo sul funzionamento del mondo ordinario. Non possiamo certo usarlo per inviare messaggi più veloci della luce o per costruire “telefoni galattici”, ma questo fenomeno della Natura permette il funzionamento di tecnologie potenzialmente dirompenti, come ad esempio il computer quantistico.
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Autori: Marco Beccali, Luigi Palizzolo, Rosario Lo Franco
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