Date:

Quantum for Italy – FULL REPORT
Quantum for Italy – EXECUTIVE SUMMARY
L’Italia ha un ecosistema quantistico più esteso, più vivace e più promettente di quanto persino molti addetti ai lavori immaginassero. È la fotografia scattata dal report “Quantum for Italy”, pubblicato dall’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie Quantistiche.
Il documento ricostruisce con metodo analitico un settore spesso percepito come acerbo, dimostrando invece che il Paese possiede un patrimonio tecnologico sottotraccia, alimentato soprattutto da piccole e medie imprese e da una rete di collaborazioni università-industria ormai capillare, anche grazie ai fondi del PNRR gestiti da NQSTI.
L’ascesa delle tecnologie quantistiche non è più un racconto futuristico. Sovrapposizione ed entanglement, concetti che fino a pochi anni fa rimanevano confinati nei laboratori, sono oggi alla base di soluzioni destinate a ridefinire i limiti di calcolo, sicurezza e diagnostica. I computer quantistici permettono di affrontare problemi che i supercomputer attuali non riescono a processare; i sensori di nuova generazione promettono prestazioni inarrivabili con l’elettronica classica; le reti quantistiche introducono un livello di protezione dei dati che renderà obsolete molte tecnologie contemporanee. È su questo terreno, ancora in parte inesplorato, che NQSTI ha scelto di intervenire per superare storici ostacoli del Paese: la frammentazione delle ricerche, la scarsità di infrastrutture avanzate e l’assenza di un coordinamento nazionale.

Claudio Pettinari
Le Scienze e le Tecnologie Quantistiche stanno rapidamente rimodellando le frontiere dell'innovazione, offrendo un potenziale trasformativo nei settori della comunicazione, del calcolo, della rilevazione e della sicurezza delle informazioni. In questo contesto dinamico, l'Italia ha compiuto un passo avanti decisivo con la creazione dell’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie Quantistiche (NQSTI), un'iniziativa nazionale coordinata volta a rafforzare la leadership e la competitività del Paese nel settore quantistico. Un consorzio fondato da 20 enti italiani, ma attualmente in fase di espansione.
Supportato dagli investimenti del PNRR, NQSTI ha creato un ecosistema integrato che collega università, istituti di ricerca e partner industriali. Questa rete non solo migliora l'accesso alle infrastrutture d'avanguardia, ma promuove anche il trasferimento tecnologico, la collaborazione interdisciplinare e la formazione avanzata per la prossima generazione di scienziati e ingegneri quantistici. Un recente e importante traguardo raggiunto in questo processo è stata la creazione delle Quantum Technology Fab, progettate per supportare i ricercatori dell'industria e del mondo accademico nella prototipazione e nella validazione dei dispositivi quantistici: una base concreta per lo svolgimento di attività a lungo termine, la sostenibilità e la capacità di innovazione.
Oggi, NQSTI rappresenta sia un polo scientifico che uno strumento strategico per la crescita nazionale. Il suo modello coordinato supporta la partecipazione dell'Italia all'Agenda Quantistica Europea e garantisce l'allineamento con le iniziative internazionali. Attraverso il suo approccio aperto e collaborativo, NQSTI si pone come ponte fondamentale tra ricerca, industria e politica, fornendo approfondimenti specialistici e linee per costruire il futuro delle tecnologie quantistiche in Europa.

Serafino Sorrenti
L'Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie Quantistiche (NQSTI) costituisce una preziosa risorsa per il progresso delle tecnologie quantistiche in Italia. La sua struttura coordinata, l'eccellenza scientifica e la profonda conoscenza dell'ecosistema quantistico nazionale e internazionale lo rendono un partner indispensabile per le decise iniziative governative che stanno attualmente plasmando questo settore strategico.
Grazie alla sua competenza tecnica e alla sua vasta rete di contatti, NQSTI funge da autorevole interfaccia tra la comunità della ricerca, l'industria e gli attori istituzionali. In questa fase cruciale della transizione digitale, svolge un ruolo cruciale nel supportare l'integrazione dell'innovazione quantistica nel tessuto tecnologico e industriale italiano.
Questo documento è un esempio tangibile di come NQSTI possa fungere da fonte affidabile e tempestiva di informazioni e analisi per assistere i policy maker nel monitoraggio dei progressi e nella definizione di strategie informate per il futuro delle tecnologie quantistiche in Italia.

Fabio Beltram
L'Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie Quantistiche (NQSTI) rappresenta un'iniziativa nazionale strategica volta a consolidare e promuovere le capacità dell'Italia nelle tecnologie quantistiche. Attraverso un'azione coordinata e il supporto dei finanziamenti del PNRR, NQSTI ha modernizzato le infrastrutture di ricerca, promosso la collaborazione tra università, centri di ricerca e industria e formato una nuova generazione di scienziati. Il suo modello aperto e integrato ha unificato con successo le competenze nazionali, potenziato le piattaforme tecnologiche e stimolato l'innovazione e il trasferimento tecnologico. La recente istituzione dei Quantum Technology Fab è particolarmente rilevante in quanto garantisce la sostenibilità a lungo termine fornendo strutture condivise per la progettazione, la prototipazione e la certificazione di dispositivi e sistemi quantistici.
Questo documento riflette la visione strategica di NQSTI e delinea il panorama nazionale delle tecnologie quantistiche, evidenziandone il ruolo essenziale nel rafforzare l'eccellenza scientifica, la competitività industriale e contribuire alla realizzazione di un vivace ecosistema quantistico italiano.
Il lavoro di mappatura svolto dal partenariato si fonda sull’analisi di 183 progetti europei Horizon Europe, sulle attività dei Technology Transfer Office e sul monitoraggio di pubblicazioni istituzionali nazionali e internazionali. Da questa ricostruzione emerge un quadro sorprendente: oltre 150 imprese italiane collaborano attivamente con università, CNR e fondazioni di ricerca in progetti che coinvolgono tecnologie quantistiche, spesso come sviluppatrici dirette e non come semplici utilizzatrici. Più della metà di queste imprese appartiene alla categoria delle PMI, un dato particolarmente significativo perché dimostra come la frontiera quantistica non sia terreno esclusivo delle multinazionali, ma uno spazio in cui la creatività imprenditoriale italiana riesce ancora a trovare margini di manovra.
I principali dati emersi nell’indagine Quantum for Italy (2025)

È un ecosistema giovane, che ha iniziato a strutturarsi soprattutto negli ultimi vent’anni. Oltre il 60% delle aziende identificate è nato dopo il 2000, e accanto a queste si muove un blocco di 48 spinoff universitari, un numero allineato ai trend dei principali Paesi europei. Le grandi imprese restano poche, ma il loro ruolo è tutt’altro che marginale: Leonardo, Airbus, IBM Research EU, Thales Alenia Space Italia, Telespazio e STMicroelectronics compaiono tra i soggetti con più collaborazioni attive con gli enti di ricerca. La loro partecipazione segnala che le tecnologie quantistiche, pur rappresentando un settore emergente, hanno già un valore strategico per settori come aerospazio, difesa, cybersecurity e microelettronica.
Anche la distribuzione territoriale offre spunti rilevanti. Lombardia, Lazio e Toscana concentrano metà del campione analizzato, grazie alla presenza di poli accademici di eccellenza e distretti industriali maturi. Ma il report mostra che l’Italia del quantum non è affatto monolitica: dal Trentino alla Sicilia emergono cluster di competenza che ruotano intorno a enti come la Fondazione Bruno Kessler o l’Università di Catania. In molti casi, si tratta di realtà storiche che hanno progressivamente integrato nella loro ricerca componenti quantistiche, rinnovando processi e prodotti senza rinunciare al proprio know-how originario.
Il ventaglio delle applicazioni affrontate dalle imprese italiane copre praticamente tutto lo spettro della tecnologia quantistica. La ricerca industriale finanziata da NQSTI comprende progetti che spaziano dalla comunicazione ultraveloce alla micro-diagnostica applicata all’analisi del sangue, dai sistemi superconduttivi per l’elaborazione delle immagini ai sensori in grado di misurare variazioni gravitazionali con precisione estrema. Si sperimentano algoritmi ibridi per la gestione delle smart cities e si studiano nuovi modelli di machine learning quantistico applicati al riconoscimento di immagini complesse. Una diversità che dimostra come il settore non possa essere raccontato attraverso la sola categoria delle “quantum-native”: il tessuto nazionale è composto da un mosaico di imprese - dalla fotonica ai semiconduttori, dall’aerospazio alle telecomunicazioni - che contribuiscono a costruire porzioni di un’unica filiera emergente.
Le voci raccolte nel report confermano la dimensione concreta di questo ecosistema. Nelle quaranta interviste realizzate - trenta delle quali a imprese come Rigetti, Italtel, Planckian, ThinkQuantum o Qsensato - ricorrono temi comuni: la difficoltà nel reperire competenze altamente specializzate, la necessità di strumenti sperimentali più avanzati, l’urgenza di investimenti orientati al lungo periodo e di una chiara strategia industriale nazionale. Molte aziende raccontano casi d’uso reali già testati sul campo: prototipi funzionanti, sperimentazioni con partner pubblici e privati, applicazioni pilota in contesti medicali, energetici o infrastrutturali.

"Nei settori ad alta intensità di conoscenza, l’informazione sulle imprese che popolano i settori di riferimento è scarsa e diffusa in molteplici domini come le università, i VC, i database dei progetti europei e brevettuali”, sottolinea Gaia Raffaella Greco, Responsabile delle attività di Trasferimento Tecnologico di NQSTI. “Il monitoraggio strategico risulta fondamentale per indirizzare opportune scelte a livello istituzionale e governativo - prosegue - Una maggiore consapevolezza della reale dimensione della ricerca tecnologica quantistica italiana apre alle attività di collaborazione sul territorio nazionale, acquisendo specifico valore agli occhi degli investitori internazionali
Il quadro che emerge da Quantum for Italy non è, dunque, quello di un’Italia marginale nella corsa globale al quantum, ma di un sistema giovane, ancora fragile, ma ricco di competenze, idee e imprese in grado di incidere. Il Paese non dispone - per ora - di produttori di hardware quantistico, a differenza di altre economie europee, ma vanta un capitale umano di valore e una capacità di trasformare ricerca in applicazioni industriali che rappresentano una base solida da cui partire. La sfida, adesso, sarà garantire continuità agli investimenti, rafforzare le infrastrutture e costruire una strategia unitaria che permetta a questo potenziale nascosto di diventare una parte visibile - e competitiva - del futuro tecnologico italiano.

