«Uniamo aziende e atenei per far tornare i talenti»

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Fabio Beltram
Fabio Beltram

Fabio Beltram, goriziano di nascita e pisano di adozione (è stato direttore della Normale di Pisa dove è ordinario di Fisica della materia), è Coordinatore del National Quantum Science and Technology Institute.

Professor Beltram, che cosa fa il NQSTI?

«Rappresenta un punto di riferimento nazionale, unendo le competenze di università, enti di ricerca e imprese che svolgono ricerche competitive e innovative nel campo della Scienza e della Tecnologia Quantistica. Inoltre, l'istituto sostiene la creazione e l'incubazione di spin-off e start-up che possono spostare i risultati della ricerca verso l'alto nella scala Technology Readiness Level, con particolare attenzione al Mezzogiorno».

In tale contesto, qual è il ruolo del Dipartimento di Fisica della Federico II?

«Napoli è un top player nel panorama della ricerca quantistica, in particolare nel campo delle tecnologie basate sui superconduttori. Il polo di eccellenza non è solo un centro di ricerca avanzata, ma motore di innovazione per l'intero Paese. Il contributo della Federico II si concentra soprattutto nello Spoke 5, dei nove presenti, dedicato alle tecnologie elettroniche e superconduttive. Qui si sviluppano non solo computer quantistici, ma dispositivi e sistemi complessi, dai microscopi di nuova generazione ai sensori avanzati. Napoli ospita uno dei cinque Centri di Competenza Nazionali, a conferma della rilevanza strategica del polo. Poi è coinvolta nello Spoke 6 in cui oltre a fare l'elemento base, bisogna poi mettere il tutto in un dispositivo; come pure nello Spoke 7, che è la costruzione di sistemi completi; nello Spoke 8, dedicato al trasferimento tecnologico, coordinato dal CNR di Napoli e lo Spoke 9, che si occupa di formazione. Un esempio concreto dell'eccellenza federiciana è la giovane ricercatrice Roberta Satariano, assunta grazie ai fondi NQSTI e premiata per il miglior abstract al prossimo congresso».

Cosa rappresenta per l'istituto?

«Satariano incarna perfettamente la missione di NQSTI: valorizzare il talento, offrire opportunità concrete e favorire la crescita di una nuova generazione di scienziati. Grazie alle risorse del PNRR, siamo riusciti a creare posti di lavoro qualificati per giovani ricercatori come lei, contribuendo a contrastare la cosiddetta fuga dei cervelli. Il premio che riceverà al congresso è un riconoscimento del suo valore scientifico e della qualità della ricerca condotta a Napoli. Ed è simbolo di un modello virtuoso in cui la sinergia tra finanziamenti pubblici, competenze accademiche e applicazioni tecnologiche genera risultati concreti».

Quali sono gli ambiti di applicazione più promettenti delle tecnologie quantistiche?

«Il computer quantistico è la punta dell'iceberg. Le tecnologie quantistiche stanno rivoluzionando la medicina, con diagnosi più precise grazie a sensori estremamente sensibili, o la chimica, con la progettazione di nuovi farmaci mediante simulazioni quantistiche. Anche l'energia, i materiali avanzati e le telecomunicazioni beneficiano di queste innovazioni. Napoli, ad esempio, non si limita a sviluppare hardware quantistico, ma esplora applicazioni che spaziano dall'intelligenza artificiale quantistica alla metrologia avanzata. L'impatto economico e sociale sarà enorme e l'Italia è pronta a un ruolo da protagonista».

Quali sono le prospettive per la ricerca quantistica in Italia?

«Siamo all'inizio di un percorso che trasformerà profondamente il nostro modo di vivere e lavorare. La sfida è duplice: consolidare le competenze esistenti e formare nuove generazioni di ricercatori. Per questo investiamo non solo in laboratori e infrastrutture, ma in programmi di formazione e divulgazione scientifica. L'obiettivo è costruire un ecosistema quantistico italiano, connesso alle reti internazionali ma radicato nelle eccellenze locali. Napoli è un esempio emblematico di come tradizione accademica e innovazione tecnologica possano convivere e prosperare. E Roberta Satariano è la prova vivente che il futuro della scienza quantistica in Italia è già qui».

di Maria Grazia Capone - Il Mattino

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