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Il Premio Nobel per la Fisica assegnato a John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis “per i loro fondamentali contributi alla meccanica quantistica” conferma il ruolo centrale delle tecnologie quantistiche come motore dell’innovazione scientifica, tecnologica ed economica del XXI secolo.
La notizia di un altro Premio Nobel per la Fisica che nasce dal connubio tra fisica quantistica e nanotecnologia arriva in un momento di grande fermento internazionale sulle tecnologie quantistiche e proprio mentre è in corso la riunione del G7 Joint Working Group on Quantum Technologies, a cui partecipa anche la delegazione italiana di cui fa parte NQSTI.
Quelli che apparivano un tempo casi estremi, effetti esotici di interesse solo per pochi fisici teorici, sono oggi diventati proprietà reali, tangibili, accessibili per la nostra tecnologia e le nostre imprese. La capacità di costruire sistemi a stato solido con precisione nanometrica acquisita dall'umanità negli ultimi anni del secolo scorso ha aperto la strada alla realizzazione di sistemi, di dispositivi che rendono tangibili, controllabili e macroscopici gli effetti più esotici della meccanica quantistica.
NQSTI accoglie con grande entusiasmo questa notizia e, mentre si congratula con i vincitori del premio, ne trae stimolo per un rinnovato impegno nello svolgere il suo mandato PNRR di coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo nelle tecnologie quantistiche e della loro applicazione nei settori industriali strategici.